Piscator è un regista nato nel 1893, che si trova ad operare in un teatro del 900 che è spinto da nuove motivazioni e nuovi mezzi espressivi e un nuovo contatto con il pubblico.
Ciò che egli propone è il teatro politico: è mezzo di trasformazione dell’uomo e della società. Esso ha sempre contenuti sociali e politici, il linguaggio utilizzato è semplice, chiaro, diretto, non ricercato, proprio perché rivolto alla classe operaia, ed è svolto in mezzo alla gente.
È strumento di lotta di una classe sociale, per comprendere la situazione in cui si trova e per dargli degli strumenti necessari per reagire e acquistare una propria identità culturale. Il teatro, perciò, assume una funzione formativa sociale, politica, educativa, nei confronti della classe
sociale più disagiata.
Nel teatro politico, c’è la necessità di uno scambio, di un dialogo continuo, di un rapporto tra chi opera nel teatro e tra coloro a cui è rivolto. Nasce così un senso di responsabilizzazione collettiva verso tale incontro dialettico, che ha come fine la costruzione di una cultura nuova. Il teatro non deve coinvolgere da un punto di vista sentimentale, ma deve essere critico razionale, per dare gli strumenti per capire la società in cui ci si trova e saper reagire.
giovedì 12 febbraio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento