venerdì 12 dicembre 2008

Stanislavskij



Konstantin Sergeevic Stanislavskij.. che dirvi di lui?!?
E' un regista e pedagogo, insegnante d' arte attorica russo, vissuto tra il 1863 e il 1938.


Credo che la cosa più importante, e che può interessare al campo educativo, sia il suo metodo per la formazione dell'attore, basato sull'approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di possibili identità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell'attore.
Il regista russo pone le basi del lavoro dell'attore sul personaggio, attraverso un procedimento contrassegnato dal momento della conoscenza, della reviviscenza, della personificazione.


- L'attore deve capire quali sono le “circostanze date”, ovvero dal testo scritto deve estrapolare e deve costruirsi mentalmente lo spazio fisico in cui si svolge l'azione. Deve capire il personaggio e le sue caratteristiche. Questo è un lavoro in continua collaborazione con il regista e con gli altri attori, e questo è uno dei primi elementi importanti del lavoro stanislavskijano: si deve instaurare una forte sintonia di gruppo, grande complicità, sostegno reciproco che elimina la competizione, insomma tutto ciò che può trasformare la compagnia teatrale in una vera e propria comunità.


- Inoltre l'attore deve farsi un domanda fondamentale: “Come reagirei se mi trovassi nella stessa situazione del personaggio?”(“se magico”: se io fossi..). Deve lavorare richiamando alla memoria quell'episodio analogo e immedesimarsi, calandosi con parole e gesti nelle emozioni, nelle passioni, nei sentimenti del personaggio, senza fingere, ma vivendole veramente.


- Alla fine accadrà qualcosa che lo spettatore non riuscirà a percepire, cioè la compenetrazione delle due vite, quella del personaggio, e quella dell'attore. Ciò comporta un grande lavoro sul proprio io, sulla propria persona, arricchendola (autobiografia, auto-conoscenza).

giovedì 27 novembre 2008

iniziativa

Per tutti quelli che potrebbero essere interessati al Teatro dell'Oppresso e alle sperimentazioni teatrali, questa sera:

TEATRO LIQUIDO
INVITA
insegnanti, genitori, studenti e cittadini a partecipare a
IN CERTI FUTURI
TEATRO FORUM
sulla riforma della scuola
GIOVEDI 27 NOVEMBRE ORE 20:45
Presso il Teatro delle Maddalene
in via Giovanni da Verdara 38 – Padova
(ingresso gratuito)
Una madre preoccupata per il futuro dei suoi figli, un giovane insegnante
precario che ama il suo lavoro, giovani che si interrogano sul futuro che
offre la nuova scuola che nascerà con la riforma, insegnanti di ruolo
critici o disinteressati, padri che pensano che una scuola vada gestita
come un’azienda: queste sono le persone che abbiamo incontrato nelle
piazze a manifestare e per le strade a criticare; questi, e molti altri
ancora, sono i personaggi che potrete incontrare in questo Teatro Forum
e con i quali potrete dialogare e confrontarvi.
Perché non si tratta di un semplice spettacolo teatrale, ma di un laboratorio partecipato, un’attività che attraverso il confronto analizza diverse strategie possibili per rispondere ad una domanda collettiva. Partendo da una premessa: cioè che la gente possiede dentro di sé le risorse necessarie per affrontare i problemi nei quali è coinvolta.
Un gioco per incoraggiare la partecipazione, uno strumento diverso per riflettere sul futuro della scuola pubblica, un mezzo per coinvolgere altri soggetti: il teatro come strumento di partecipazione attiva. La proposta che il gruppo di Teatro Liquido fa a tutti i cittadini è quello di riflettere e dibattere insieme sul tema dell’educazione, della scuola e della “riforma Gelmini” attraverso un Teatro Forum.


Ah, intanto venite, poi più avanti vi dirò qualcosa di più specifico riguardo il teatro dell'oppresso..
Ciao a tutti..

lunedì 24 novembre 2008

La pedagogia dell'attore

Ma come veniva insegnato il mestiere dell'attore?

Beh, vari sono i sistemi che nel corso del 900 vengono utilizzati per formare l'attore, e tutti tengono conto per prima cosa della maturazione della persona. L'attore se vuole divenire bravo nel suo mestiere, deve crescere prima interiormente, spiritualmente.
Ciò comunque non basta, ma anche nel gruppo degli attori vi devono essere determinate condizioni che favoriscano la maturazione della persona, come l'eliminazione della competitività e come l'instaurarsi di un rapporto di stima e fiducia reciproco, che mirano alla crescita stessa del gruppo.
E in tutto ciò è fondamentale la figura del maestro.

Avete mai sentito parlare di Francois Delsarte (1811-1871)?
Egli delinea la figura del maestro, il quale dovrebbe avere un rapporto diretto e personale con l'allievo; tanto deve essere diretto, che rifiuta anche un rapporto mediato dalla scrittura. Definisce un testo come "natura morta", perchè essendo scritto, non può essere cambiato. Lo scopo del mestro, per Lui, è quello di insegnare, sì, il mestiere dell'attore, ma il vero scopo è quello di far avvicinare l'allievo all'armonia, alla grazia, alla sensibilità dell'anima, alla sapienza.
E' formarlo, farlo crescere come persona.

giovedì 13 novembre 2008

Il Living Theatre


Eccomi qua, ho appena finito di sistemare gli appunti dell'ultima lezione ed ora mi trovo qui a riscrivere qualcosa nel mio blog..

Avete mai sentito parlare del Living Theatre?
Julian Beck e Judith Malina sono i registi che nel 1947 l' hanno fondato. E' un gruppo anarchico e non violento nato in America. I loro testi teatrali sono orientati a temi socio-politici e il teatro che loro propongono è prevalentemente di strada e ciò comporta una forte scelta politica, che è quella di non far pagare il biglietto allo spettatore e una grande capacità di attirare la gente lungo la strada, che in quel momento pensa a tutto fuorchè di vedere uno spettacolo. Persone che diventano spettatrici, che diventano a loro volta parte dello spettacolo.

Dopo 10 anni in giro per l'Europa, ritornano a New York e iniziano a lavorare con alcuni senza tetto conosciuti lungo la strada. Insieme a otto di loro costruiscono dei testi teatrali partendo dalle loro storie.
Far teatro diventa lavorare sulla propria biografia; Il lavoro teatrale diventa lavoro educativo.
Pensate all'importanza prima di tutto di un lavoro fatto su se stessi, prima di rivolgersi alla collettività. Pensate alla capacità che questo lavoro ha di diffondere il problema di cui si parla e di condividerlo con chi guarda, favorendo uno sguardo critico rispetto ad esso.

Inoltre se l'attore lavora su di se come persona, prima che sulla tecnica attorica, e se cerca un rapporto armonioso con il gruppo degli attori, ecco che anche il rapporto tra attore e spettatore può cambiare.. ma magari di questo vi parlerò un'altra volta.

Comunque se siete interessati, datevi un occhiata al sito ufficiale del Living Theatre.
Ciao Ciao!

venerdì 31 ottobre 2008

si inizia!!!


ciao a tutti..

con questo mio blog vorrei parlarvi di teatro.. argomento troppo generale? si avete ragione..


mettiamola così..

sono una studentessa che un giorno vorrebbe diventare un'educatrice, che in questi giorni di lezione sta scoprendo la valenza educativa del teatro, soprattutto studiando i registi del 900..


spero che nelle mie parole troverete qualcosa di interessante..


a presto.